PENNELLI E DOMANDE

Graffiti con una classe di 4 anni

17 Febbraio 2022

Articolo a cura di Francesco Fungo Borghi

per Emersa APS

Tutte le foto sono di Emersa APS

Abbiamo dipinto una murata a tema Cipì, la favola scritta da Mario Lodi e la sua classe pubblicata nel 1972. Prima il 17 dicembre 2021 e poi il 12 gennaio 2022 siamo stati accolti all’Asilo Mario Lodi a Parma che ci ha chiamati mostrandoci un vecchio muro del giardino. Oltre alle nostre impressioni, di seguito potete trovare le parole di una maestra e di una mamma.

 

Altre foto e video dei lavori si possono trovare sul canale instagram dell’Associazione.

 

Ci siamo subito chiesti come colorare un posto del genere. Abbiamo scelto dei colori invernali poiché le disavventure più impegnative per Cipì e gli altri passeri avvengono proprio quando tutto è ricoperto dalla neve. Le tinte non sono brillanti e innaturali, ma tenui e giocano sulle stesse tonalità scostandosi poco dall’azzurro, se non per virare al blu e al nero della notte. Anche la parte di muro non ambientata nei mesi freddi è stata realizzata con i medesimi colori. Con la scelta cromatica volevamo restituire una complessità e un realismo che traspirano dalla storia, che è si da bambini, ma scritta da bambini, e quindi priva di morali paternalistiche e risvolti infantilizzanti. Non c’è bisogno di addolcire o semplificare la trama e i personaggi, chi legge trova speranza anche nei momenti più bui e dolorosi e abbiamo voluto riportare questa densità anche sul muro.

 

Abbiamo una lunga esperienza nel campo del writing e da molti anni conduciamo laboratori con diverse fasce di età ma non ci eravamo mai confrontati sullo stesso muro con una sezione dei 4 anni. Noi avevamo un’idea dei soggetti da dipingere, avevamo letto Cipì appassionatamente, e confrontandoci eravamo curiosi di scoprire cosa fosse rimasto impresso ai bambini e alle bambine. Avevamo avuto un’anticipazione dei loro disegni dove abbiamo scoperto tanti modi diversi di stilizzare un uccello, sia esso passero o signore della notte. Parlando in classe abbiamo ragionato sui personaggi coinvolti e sui colori della storia e l’azzurro è stato l’ultimo ad essere nominato. Dopo una cascata di domande ci siamo messi all’opera. A gruppi di 5-6 le bambine e i bambini sono venuti in cortile, prima ad ascoltare una veloce spiegazione su come intingere il pennello e poi a colorare il muro.

 

Dare il fondo nel writing è molto importante, perché consente di dipingere a spray su un fondo uniforme che rende inalterata la brillantezza dei colori e permette alle opere di durare più a lungo. Solitamente è un compito noioso, uno sporco lavoro che qualcuno deve fare a rullo, ma questa volta è stato estremamente divertente. Abbiamo colorato insieme, spalla a spalla, condividendo il secchio del colore e il muro. Con impegno e dedizione le bambine e i bambini hanno riempito tutto il muro di azzurro, alcune in silenzio, alcuni commentando ad alta voce ma tutte e tutti col sorriso. Ovviamente nessuno voleva smettere ma un po’ per lasciare lo spazio agli altri, un po’ perché il muro a un certo punto è finito, si è dovuto posare il pennello sull’erba azzurra.

Abbiamo poi continuato a dipingere fino al tramonto seguiti per alcuni momenti da un coro di domande dei nostri collaboratori che ci ha accompagnati anche nella seconda sessione di lavoro in cui abbiamo terminato tutta la murata.

Che cosa ci resta di questa esperienza? Un po’ di invidia per chi all’asilo ha un tempo dedicato esclusivamente al gioco libero, il ricordo di pennelli che svolazzano come a dipingere l’aria e la certezza che, oltre ad esserci sporcati le mani insieme, condividiamo con la sezione dei 4 anni la soddisfazione di aver realizzato una bellissima murata. E non la scorderemo facilmente.

Associazione Emersa

Abbiamo poi continuato a dipingere fino al tramonto seguiti per alcuni momenti da un coro di domande dei nostri collaboratori.

Francesco Fungo Borghi

Lucia Ferrari, Maestra

per Emersa APS

La murata realizzata nella nostra scuola dell’infanzia dai ragazzi dell’Associazione Emersa, si inserisce nel progetto didattico per questo anno scolastico “Muri narranti” dove il muro è e diventa luogo di incontro, pagina narrante di vissuti, saperi, emozioni e competenze. In occasione del centenario della nascita di Mario Lodi abbiamo proposto la realizzazione di un murales sulla storia di Cipí, storia conosciuta e molto amata dai bambini, lasciando agli artisti ogni libertà di interpretazione. Nei due giorni di realizzazione  del muro i bambini hanno vissuto con entusiasmo l’esperienza di poter agire su una grandissima dimensione, partecipare attivamente alla realizzazione di un’opera che nasceva e prendeva forma davanti ai loro occhi.

Come insegnante ho potuto apprezzare la delicatezza e l’approccio coinvolgente ed adeguato che Fungo e Hulio hanno avuto nei confronti dei  loro piccoli collaboratori e osservare tre aspetti educativi emersi con prepotenza da questa esperienza:

Le parole: quelle della storia, bellissime e potenti ma anche quelle dei bambini, infinite domande e considerazioni di menti curiose ed entusiaste.

Il silenzio: che immancabilmente scendeva mentre erano all’opera nella stesura del fondo per il muro. Un silenzio pieno, concentrato di un fare di mani, di occhi, di cuori.

Le mani: strette ai pennelli con il colore che cola sporcando il corpo e il grembiule. Un fare da grandi di fianco ad adulti che hanno condiviso la stessa passione e il piacere di essere lì con loro.

Alla fine è rimasta un’opera che coglie al meglio il vissuto emotivo dei bambini, una scena in bilico tra notte e giorno, tra paura ( il Signore della Notte lancia ancora i suoi terribili bagliori) e la speranza della vittoria con un Cipí risoluto pronto a combatterlo. Una scena che ancora non mette la parola fine, ma la annuncia…e se le emozioni diventano troppo forti basta guardare il muro dall’altra parte e lì …  splende il sole. Grazie infinite per il meraviglioso incontro.

Lucia Ferrari, Maestra

Il silenzio: che immancabilmente scendeva mentre erano all’opera nella stesura del fondo per il muro. Un silenzio pieno, concentrato di un fare di mani, di occhi, di cuori.

Le mani: strette ai pennelli con il colore che cola sporcando il corpo e il grembiule. Un fare da grandi di fianco ad adulti che hanno condiviso la stessa passione e il piacere di essere lì con loro.

Lucia Ferrari, Maestra

Una mamma

per Emersa APS

Quando sono entrata nel giardino della scuola di mia figlia (che è stata anche di mii figlio e lo sarà della mia prossima) c’era una novità ad accogliermi quella mattina.

Occhi gialli che mi guardavano immersi nel blu scuro. Nei giorni precedenti avevo saputo del progetto a cui stavano lavorando insieme all’Associazione emersa per dipingere un vecchio muro della scuola. Ma non mi sarei mai aspettata un dipinto così. I colori scelti non erano quelli che si vedono comunemente nelle scuole dell’infanzia. Niente arcobaleni, soli splendenti e prati fioriti. Ma il blu scuro della notte. Colori scuri, intensi, profondi.

Finalmente! Come se il mondo infantile dovesse essere fatto solo di sorrisi, allegrie e gialli luminosi. Quel muro invece, con i suoi colori, è un atto di coraggio. Il coraggio di chi crede che l’infanzia non solo gialla, ma anche blu, nera, grigia e una gamma infinita dii colori, così com’è l’animo umano. Un muro che era lì da anni, si è trasformato, anni è stato trasformato. Quel muro adesso racconta una storia. O meglio tante storie: la storia di Cipì, ma racconta soprattutto l’incontro di due mondi artistici. Il mondo dell’infanzia che ha sempre uno sguardo così genuino sulle cose, uno sguardo che noi adulti forse abbiamo perso… e il mondo dei “writers”. Sembrano mondi distanti ma forse non così tanto… entrambi non si limitano ad attraversare questo mondo, ma ci scrivono sopra, lasciano il segno, ci restituiscono storie. Che bello pensare che bambini di 3, 4 e 5 anni e ragazzi ormai adulti abbiano guardato un muro e pensato insieme a come trasformarlo. In quel muro non c’è solo la storia di Cipì, ma c’è la storia delle diversità, di come si incontrano per creare mondi nuovi.

E in una visione utopistica, forse c’è anche la storia di questo mondo, di come può cambiare se fra le mani stringiamo i pennelli.

La madre di un bambino dell’asilo 

Occhi gialli che mi guardavano immersi nel blu scuro. […] I colori scelti non erano quelli che si vedono comunemente nelle scuole dell’infanzia. Niente arcobaleni, soli splendenti e prati fioriti. Ma il blu scuro della notte. Colori scuri, intensi, profondi.

Una mamma